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Il Console Russo risponde

Cari Colleghi,

in relazione alla nostra delibera di adesione a quella del COA di Milano in riferimento ad alcuni episodi di violazione dei diritti di difesa nella Federazione Russa, il Console Russo, il nostro collega Marco Ginesi, ci ha inviato la seguente nota di puntualizzazione che volentieri divulghiamo a tutti gli iscritti.

Gianni Marasca

 

Illustre Presidente,

prendo atto dell’adesione del COA di Ancona alla delibera del COA di Milano del 17.10.2023 relativa al presunto arresto di tre avvocati i quali sarebbero difensori di Alexei Navalny.

Si legge nella delibera del COA di Milano che la notizia sarebbe stata presa da non precisati “organi di stampa” che riportano l’arresto dei tre legali con l’accusa di “partecipazione a una comunità estremista”; prosegue, la delibera del COA di Milano, riferendo (contraddittoriamente a quanto appena riportato) che “non sono note le ragioni dell’arresto né sono state evidenziate condotte censurabili da parte degli avvocati”.

In realtà, a quello che è dato leggere dalla fonte ANSA del 13.10.2023, si tratterebbe della perquisizione dei locali in uso a tre avvocati dei quali uno (Igor Sergunin) sarebbe stato sottoposto non ad arresto ma a fermo.

Proprio perché, secondo quanto affermato dal COA di Milano, le ragioni della vicenda non sarebbero note, stupisce che una notizia non oltre specificata, poi rimbalzata da alcune testate che ne danno un “arricchimento” squisitamente politico e non certamente fattuale, abbia indotto alla presa di posizione dell’Avvocatura milanese e poi a quella del capoluogo dorico in difetto di migliore approfondimento in ordine alle contestazioni dell’Autorità Giudiziaria russa agli indagati.

Pur condividendo la difesa delle prerogative e delle garanzie inviolabili dei difensori che, almeno a mia memoria, non ricordo posta in essere in altre gravi violazioni dei diritti associati al munus difensivo quali le intercettazioni illegali degli avvocati di Julian Assange nel 2022, gli arresti degli avvocati del PKK in Turchia nel 2023 o gli arresti degli avvocati di Imran Khan in Pakistan nel 2023 (mentre sono state condannate, almeno dal CNF, analoghe violazioni in Cina e in Iran), reputo sbrigativa e aprioristica l’attuale iniziativa posta in essere in assenza, a dire dello stesso COA di Milano,  delle adeguate informazioni in merito alle accuse promosse dagli inquirenti, con il rischio che la stessa possa essere letta in chiave politica piuttosto che come giusta tutela delle garanzie inviolabili degli avvocati difensori.

Certo che il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Ancona e l’Illustre Presidente vorranno valutare queste mie brevi considerazioni, colgo l’occasione porgere i più cordiali saluti.

Il Console Onorario

della Federazione Russa delle Marche

Marco Ginesi